Articolo di: Massimo Tiberio B.
Da quando ero piccolo sono sempre stato
affascinato dal “diverso” o almeno a quello che per gli
altri era brutto e non “normale” (anche se questa parola
non mi piace), per qualche motivo a me sconosciuto ho sempre sentito
una particolare empatia con chi vive o viveva una qualsiasi forma di
disabilità che può essere anche psichica.
E qui mi collego al titolo del
articolo, chi ha letto il libro di Mary Shelley oltre ad
essersi causato in alcuni capitoli il prolasso di ovaie o testicoli,
(siamo onesti, descrivere tutto nei minimi dettagli rompe) sa che la
“creatura” (erroneamente secondo me definito mostro) può
rispecchiare qualche lato di noi persone in transizione.
La cosa buona e che non ci assemblano
con parti di cadaveri sparsi, ma per il nostro benessere psicofisico
ricorriamo a cure ormonali e operazioni chirurgiche per “modificare”
il nostro corpo, che tengo particolarmente a sottolineare che una
persona transessuale non si rivolge al chirurgo per il semplice
sfizio di avere le tette. Per farvi un esempio pratico, molte donne e
uomini Cisessuali (quindi non trans) si rivolgono al chirurgo
estetico per “Sistemare” una parte di se che gli crea problemi di
salute, come rifarsi il naso perchè magari si ha il setto deviato e
causa apnee notturne, riduzione del seno per chi ha una seno
abbondante e quindi causa mal di schiena.. e cosi via.
Una persona transessuale non fa altro
che rimediare (esattamente come una persona cis) a quei problemi
fisici con l'aiuto della chirurgia.
In tutto questo c'è da fare luce anche
sul altro lato della medaglia, non è difficile certe volte
incontrare donne trans (italiane e non) e donne NON trans
completamente stravolte dalla chirurgia plastica, un esempio?
Donatella Versace..
ci tengo particolarmente che si veda
che “su quest argomento” non ci siano differenze tra trans e
cisessuali, dato che il problema tocca entrambi.
Il bisogno di
arrivare ad un benessere psicofisico (per una donna trans) con la
chirurgia è primario, ma per alcune il “modificare” il proprio
corpo può risultare una trappola per nascondere problemi più
grandi, come insicurezze e paure di non riuscire ad essere
“abbastanza” donne, che ci sia traccia dal loro passato e quindi
cercano di arrivare allo Stereotipo di DONNA, che qui in Italia sono
quello che vediamo in TV, questo però comporta col tempo a diventare
più una maschera che una persona reale.
In alcune parti
del mondo (credo brasile) donne transessuali che si sono rivolte a
mercenari per delle protesi o iniezioni di silicone (sopratutto
fianchi e natiche) si sono ritrovate con del silicone per muratura
nel corpo (per chi non lo sapesse cè differenza tra silicone che si
usa in ambito medico e quello per uso comune) che col tempo ha
portato a gravi infezioni ecc.. ecc..
Rajee Narinesingh |
un
esempio è Rajee
Narinesingh
è
una delle vittime del falso chirurgo Oneal
Ron Morris,
che eseguiva interventi di chirurgia plastica totalmente illegali
utilizzando sostanze come il cemento, la colla, ed il silicone. Nel
2005, Rajee si era fatta iniettare una sostanza (che in seguito si
rivelò cemento) nelle guance, nelle labbra e nel mento. Dopo mesi di
terribili dolori, le iniezioni hanno finito per sfigurarle il volto
in un modo terribile. Non avendo abbastanza soldi per sistemarlo, ha
dovuto aspettare fino ad oggi. Ma nonostante i migliori chirurghi la
sostanza è ormai legata ai tessuti e sarebbe impossibile toglierla
senza sfigurarla ulteriormente.
La
creatura di Franckestain non era un mostro, anche se il suo aspetto
portava le persone a trattarlo come tale, ma era una persona piena di
amore e gentilezza che non ha trovato mai chi lo contraccambiasse.
Questo è valido anche per queste donne trans, che per colpa di un
insicurezza e problemi personali legati al non essere mai abbastanza
donna per gli altri arrivano a modificare se stesse in modo estremo
risultando grottesche. Non sono mostri, i mostri veri sono quelli
che gli stanno intorno.
Chiudo
quest articolo con questo video preso da “Tutto su mia madre”
perchè credo rispecchia quello che io penso.
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