Vorrei che chi mi sta leggendo cercasse di viaggiare attraverso le mie parole. (Massimo)
Articolo di: Massimo Tiberio B.
Sappiamo
benissimo che chi convive con questo “Disturbo” (o per meglio
dire REALTÀ) parte con una sofferenza emotiva non da poco.
È
normale quando dobbiamo partire da un inizio dove non sappiamo
neanche che nome hanno le nostre sensazioni, per poi essere
catapultati in questa realtà di persone transessuali.
Da
questo momento è un tutto “correre”: si vogliono avere subito
gli ormoni, si vogliono subito gli interventi ecc..ecc..
Allora
cosa si fa?? Ci si ingegna (credetemi il nostro “genio del male”
nascosto dentro di noi prende veramente il sopravvento), si comincia
a trovare il modo di accelerare i tempi, magari cercando un
endocrinologo che ti dia gli ormoni senza il foglio del centro (se
dovesse capitarvi, io personalmente non mi fiderei di chi dà gli
ormoni così come le caramelle, oltretutto è illegale), il chirurgo
che ti fa l'intervento privatamente senza sentenza (questo succede
all’estero), o magari spendere 10.000 Euro (cifra approssimativa)
per un viaggio e operarvi, mentre in Italia non spendereste una lira.
Ma
la cosa bella del percorso è anche giustamente percorrerlo,
come rendersi conto giorno per giorno di come si cambia, soprattutto
a partire dall’inizio della terapia psicologica, quando tutto ci
sembra confuso e piano piano diventa più nitido, quando riusciamo a
scoprire cose di noi che non sapevamo.
Quando
possiamo uscire dall’ufficio della psicologa e aver aggiunto un
pezzo a quel puzzle che siamo noi.
E
che dire della prima uscita in gruppo dove gli amici ti parlano al
maschile la prima volta, o quando ci si presenta la prima volta ad
una persona nuova e si dice “piacere, Massimo”?
Quando
si entra nel bagno dei maschi invece di quello delle donne? E tante
altre cose.
Per
poi arrivare a completare il percorso, guardarsi alle spalle e vedere
tutto il tragitto che abbiamo fatto, di tutte le vittorie e sconfitte
che abbiamo subito, guardarsi allo specchio e sentire quell’orgoglio
di dire “CI SONO RIUSCITO” e poi godersi il tutto.
Chi
va di fretta, è come se invece di camminare sul sentiero lo
percorresse con la macchina… e quando arriverà e si guarderà
indietro non avrà nulla da vedere.
Certo,
voi potreste dirmi: “Non mi importa, io sono stanco di star male!”
E avreste anche ragione, ma come affrontereste il mondo lì fuori se
non avete avuto modo di viverlo??
Sarebbe
come pretendere di stendere un gigante dopo aver preso per la prima
volta una spada in mano.
Non
voglio che pensiate che io sia contro la gente “più fortunata”
(anzi, non nascondo una leggera invidia) ma credo sia giusto aprire
una piccola parentesi sulla questione.
Per
prima cosa, dirò quello che dico a TUTTE le persone che mi chiedono
“Ma ancora non ti sei operato??” ed è una VERITA sacrosanta.
Se hai i soldi è tutto più veloce, se sei un morto di fame come me... ci vogliono anche anni.
Inutile
prenderci in giro, funziona così, se hai la fortuna di essere
economicamente benestante, anche in un anno (massimo due) tu hai
fatto tutto.
Se
state per intraprendere il percorso vi do un consiglio: “cominciate
a mettervi i soldi da parte”.
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