Transfobia interiorizzata

Traduzione di: Silvia Selviero

Di recente ho scritto una piccola parte sulla “transfobia interiorizzata” per un prossimo libro, così ho pensato di condividerlo qui.  
(Nota: è diretto a un pubblico in qualche modo molto giovane)


Che cos’è e da cosa si capisce?
Transfobia interiorizzata si riferisce ai sentimenti che alcune persone transessuali hanno verso di sé e di cui magari non si accorgono. Si riferisce al modo in cui alcune persone odiano quella parte di sé e se ne vergognano. La frase viene dall’esperienza simile degli omosessuali che a volte soffrono di “omofobia interiorizzata”.
Come mai succede? Succede a causa della discriminazione, dell’ignoranza e dello stigma sociale contro le persone che si comportano in una maniera non conforme alle norme di genere. In altre parole, contro uomini e ragazzi che sembrano femminili e contro donne e ragazze che sembrano mascoline o “butch” o persone genderqueer che non sembrano né completamente maschi né completamente femmine.
Storicamente, le persone transessuali sono state il bersaglio di barzellette, sono state schernite, sfottute, incomprese o oggetto di derisione e violenza. Chi è transgender è stat* vist* come “inferiore”.
Questo atteggiamento è diffuso al punto che potete arrivare all’idea che si possa trattare di voi; l’idea che voi potreste essere un membro di quel gruppo tanto odiato fa paura. Non solo, ma crescendo in una cultura dove questo atteggiamento è comune, ne prendete atto e una parte di voi ci crede, che vi piaccia o no. Può succedere perché spesso prendiamo gli atteggiamenti e le convinzioni di quelli che ci circondano prima di diventarne abbastanza consapevoli o abbastanza saggi da iniziare a metterli in discussione. Spesso impariamo cose del genere dalle persone fidate attorno a noi (genitori, insegnanti, autorità ecclesiastiche, eccetera), così abbiamo la tendenza a non metterli in discussione. Apprendiamo che un certo gruppo di persone vada disprezzato prima di capire che ne facciamo parte, e ci mettiamo in condizione di odiare qualcosa di noi stessi.
A volte i messaggi o il feedback che riceviamo da genitori e insegnanti quando siamo molto piccoli contribuisce farci star male perché il nostro genere è diverso. Come un genitore che disapprova l’essere troppo “maschiaccio” o troppo “femminuccia”. Questi messaggi possono essere molto rapidi e sottili, come una madre che dice a suo figlio di non “muoversi come una ballerina”.
Questo causa la transfobia interiorizzata.

Quali sono gli effetti della transfobia interiorizzata?
I sentimenti di odio e vergogna verso noi stessi di cui magari non ci accorgiamo possono portare a bassa autostima e depressione. Possono causarvi sensazioni di disagio, imbarazzo o inferiorità, potreste considerarvi addirittura immeritevoli di amore. Possono farvi sentire come se steste nascondendo una parte di voi enorme o che stiate fingendo di essere un’altra persona. Possono portarvi a non volere la compagnia di altre persone, a chiudervi in casa o ad essere soli. Di sicuro quei sentimenti possono portarvi a sentirvi infelici e arrabbiati. Alcune persone ci mettono moltissimo tempo a fare coming out perché hanno moltissima transfobia interiorizzata. Può trattenervi nella vita, e non solo in termini dell’esprimere il vostro vero genere, ma persino in molte altre aree, come, ad esempio, il poter costruire dei rapporti profondi e soddisfacenti con gli altri.
A volte la transfobia interiorizzata può precludervi la possibilità di allacciare rapporti con persone transessuali. Quando si ha un odio profondo verso chi ha un genere diverso (1) può causare tanta confusione stare in mezzo a persone transessuali. Potreste vederle come vi hanno insegnato da piccoli: dei mostri o in qualche modo non abbastanza umane. E i brutti pensieri possono spingersi oltre.

Cosa si può fare?
La prima cosa è riconoscerlo. Provate a riconoscere di soffrirne. È difficile da fare perché generalmente tendiamo ad evitare le cose di noi che ci imbarazzano. Possiamo provare vergogna perché proviamo vergogna! Diventa davvero complicato, perciò aiuta moltissimo avere un* psicoterapeuta che conosce le tematiche relative al genere per lavorarci insieme, ma un* amic* che ci conforta o un gruppo di sostegno possono servire comunque. Aiuta avere tante persone nella propria vita che appoggiano e accettano di buon grado la transessualità. Ci vuole tempo per “disfare” le convinzioni radicate sulle persone che esprimono il loro genere diversamente, esattamente come ci vuole tempo per capirle.



 Note:
  1. Anche se nell’originale c’era scritto “deep hatred of the gender-queer inside”, se ho compreso il senso della frase, non si intendevano le persone genderqueer di per sé, ma il senso letterale delle parole “gender” e “queer” (ossia “genere” e “bizzarro”, che ho tradotto come “diverso”, per eliminarne un’eventuale accezione negativa che in inglese non c’è). Soprattutto perché essere genderqueer ed essere transessuali sono cose diverse, e l’autrice dell’articolo non avrebbe mai potuto fare un errore del genere.

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