Il bugiardino della TOS (I rischi della terapia ormonale)

                                                                              Articolo di: Silvia Selviero & Massimo Tiberio B.


Avete presente quando state male e vi viene l’idea malsana di cercare i sintomi su Google? (Se stiamo dando retta a quelli moriremo entro tre giorni) E’ strano che non tutti si informino di quelli che sono i rischi della terapia ormonale: sia chiaro che stiamo introducendo nel nostro corpo degli ormoni che in natura produciamo in quantità ridotte dalle ghiandole surrenali, e che questo comporta dei rischi – che possono essere minori se vengono fatti i dovuti controlli. (Si consiglia una visita dall’endocrinologo ogni tre mesi)

Se siete persone che si impressionano facilmente o ipocondriaci, evitate di andare oltre.


Se rientrate tra quelli che vogliono sapere, buon per voi.
Con la terapia si determina un assetto ormonale di tipo maschile, e questo pone per un transessuale FtM dei rischi affini a quelli degli uomini genetici rispetto allo sviluppo di alcune problematiche, soprattutto cardiovascolari, quali ad esempio:

1-Colesterolo alto e relativi disturbi arteriosi
2-Pressione alta
3-Maggiore rischio di attacchi di cuore e infarto
4-Ridotta elasticità delle pareti arteriose, ivi inclusa una ridotta aspettativa di vita e per gli uomini, per questi ed altri fattori, di cinque anni inferiore a quella delle donne.

Ci si sottrae, invece, ai rischi di salute connessi all’assetto ormonale femminile, quali ad esempio: trombosi, i rischi di tumori mammari o uterini. Altri rischi minori sono acne e calvizie.

Sono inoltre da considerarsi i seguenti rischi legati all’assunzione di ormoni esogeni, ovvero non prodotti dal proprio organismo:

1-Insufficienza epatica
2-Riduzione delle funzioni del fegato che possono manifestarsi con alterazioni della digestione, bocca amara, ecc.
3-Il fegato elabora gli ormoni esogeni, pertanto è possibile che il sovraccarico delle sue attività possa dar luogo a problematiche. È importante monitorare sempre lo stato di salute del fegato, ed attenersi a comportamenti sani per la salute (evitare droghe ed alcol).

E’ utile sottolineare che se la terapia ormonale viene eseguita correttamente (dosaggi fisiologici, controlli periodici), questi rischi si riducono notevolmente. È necessario, quindi, seguire i consigli di uno specialista. Se ovaie e utero non vengono rimossi entro 4-5 anni dall’inizio della terapia ormonale, è opportuno considerare come fattori di rischio lo sviluppo di complicazioni intrauterine quali:

1-Endometriosi
2-Fibromi
3-Formazione di tessuto fibroso attorno a utero o ovaie
4-Tumori. La diffusa associazione tra testosterone (che è uno steroide) e tumori è portata in auge dall’utilizzo dopante di tale sostanza.

Occorre considerare che le dosi assunte a scopo di doping (in particolar modo nell’ambito del body building) sono dieci volte superiori a quelle solitamente somministrate a un FtM, e che la somministrazione in questi casi, essendo lo scopo non l’effetto androginico ma l’effetto anabolizzante, segue modalità affatto fisiologiche. In realtà la somministrazione (e non l’abuso) di testosterone è pratica consueta in alcune forme di carcinoma mammario, in quanto è dimostrato un effetto inibitorio sullo sviluppo di tumori stimolati dall’esposizione agli estrogeni. Analogamente, il testosterone dimostra di giocare un ruolo evolutivo rispetto a varie forme di tumore alla prostata, fatto del tutto marginale dal momento che individui fisiologicamente femmine non ne possiedono una. È altresì vero però che l’organismo è in grado, perfino dopo la rimozione delle ovaie, di convertire una parte del testosterone assunto in estrogeno: questo sottopone il transessuale FtM allo stesso rischio di tumore alla ghiandola mammaria degli uomini genetici, anche dopo la mastectomia.

Rischi a lungo termine.


Gli studi sui rischi a lungo termine della terapia non sono numerosi. Questo a causa dell’incidenza statica e della recente presa di coscienza del fenomeno FtM. Uno studio condotto su FtM in cura ormonale da un minimo di dieci anni non ha però evidenziato nessuna patologia collegabile alla somministrazione di androgeni.


A voi che siete rimasti a leggere (se non siete svenuti), lo scopo di questo articolo non era di terrorizzarvi. Dovete capire che ci dovete tenere al vostro corpo, a prescindere da quanta voglia abbiate, adesso che avete preso coscienza di voi stessi e dei vostri bisogni e dei vostri desideri e della vostra identità, di fare il percorso di transizione, e a prescindere dalla fretta che vi può spingere a fare scelte incaute solo perché volete essere felici. La vostra felicità passa anche attraverso la vostra salute. E se volete fare il percorso di transizione, non nascondete sotto al tappeto questi rischi… perché se la fate con coscienza, informandovi, facendovi seguire da persone competenti, dialogando, conducendo uno stile di vita sano, ogni tanto concedendovi qualche eccesso ma senza strafare, e non perdete la consapevolezza di voi stessi, non ci sarà nulla che vi fermerà dal continuare.


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