Articolo di: Silvia Selviero
“Allora, tesoro, ehm… ti devo parlare. Adesso che sei grande – insomma, non abbastanza grande da andartene di casa, ma ai fini della nostra discussione sei grande, ecco tutto – potresti avere certi… bisogni… e volerli soddisfare. Devi capire che quando due persone si vogliono tanto bene, può succedere che queste due persone si vogliono… toccare, in certi posticini particolari, e… Non guardarmi così, tanto sai già tutto! Mi stai prendendo in giro, vero? Beh, poi quando mi tornerai a casa con la pancia a cupola non dirmi che non ti avevo avvertito!”
Ho messo questo incipit in maniera un po’ scanzonata
per dire due cose:
11) Per
tant* adolescenti vergini il sesso è nuovo ed eccitante, e a mano a mano che
gli ormoni si sviluppano e i desideri nascono, assieme a paura, timidezza,
impaccio, nasce anche la voglia di provarlo – vuoi perché nella nostra cultura
vi sono esposti dappertutto e sono curiosi, vuoi perché sono incalzati dai loro
coetanei che lo vedono un po’ come un “rito di passaggio” obbligato per l’età
adulta, vuoi perché, anche se tanti genitori preferiscono foderarsi gli occhi
di prosciutto, i loro figli non sono esseri immateriali, ultraterreni e privi
di impulsi o fantasie. Questo può condurre (nella finzione letteraria o
cinematografica ma anche nella realtà) al tragicomico “discorso” dove i
genitori decidono di sollevare un po’ la fodera sugli occhi in maniera temporanea
spiegando i loro valori e nozioni molto base di anatomia… per poi precipitarsi
a rimettersi la fodera e tapparsi le orecchie quando scoprono che i loro
illibati fanciulli sono meno ignoranti e impressionabili del previsto.
22) In
questi tragicomici discorsi non vengono mai (o quasi mai, a seconda
dell’intelligenza e della preparazione dei genitori o figure adulte che si
assumono l’angoscioso compito) inclusi gli adolescenti e le adolescenti transgender,
ma sono rivolti solo ad adolescenti cisgender/cissessuali – e quasi sempre da
una prospettiva eterosessista che di rado parla di orientamento sessuale senza
demonizzarlo.
Non sono né una psicologa né una sessuologa, ma
ricordo alla perfezione come sia stato difficile per me crescere in un ambiente
non chiuso di mente ma molto refrattario a spiegarmi alcune dinamiche sulla
sessualità, ed essermi scontrata con un muro sia in famiglia sia a scuola, per
la totale impreparazione che tanti adulti hanno tuttora nel comprendere che la
sicurezza e il benessere dei ragazzi sono molto più importanti della loro riluttanza
e della loro vergogna a parlare di sessualità. Avrei voluto che capissero che
se credevano che standosene in silenzio avrebbero evitato situazioni pericolose
alla loro prole, avrebbero solo aumentato il rischio che lo facessero sotto
costrizione, in maniera irresponsabile, e con tutte le conseguenze che ne
derivano, perché gli adolescenti crescono con o senza le loro figure di
riferimento a camminare insieme a loro, e questo è un dato di fatto.
E se tutte queste cose le ho provate io che non sono
esclusa dai discorsi sul sesso che riguardano ragazze e ragazzi, posso solo
immaginare come si sentano i ragazzi FtM. E se la mia vita e la mia adolescenza
mi hanno insegnato qualcosa, spero che altri carciofini che si accingono a
scoprire il sesso apprezzino alcuni promemoria.
Promemoria 1: Il vostro corpo è bello e degno di amore, dovete conoscerlo e conoscere voi stessi prima di tutto.
Proprio così, a prescindere da quanti punti neri avete
(e vi spremete di nascosto), dalle vostre maniglie dell’amore e dai vostri
piedi a papera. (Se non ce li avete, tirate un sospiro di sollievo, perché ho
il sospetto che corrisponda alla mia descrizione!)
E
siete meritevoli di amore a dispetto di ogni vostra imperfezione, ogni vostra
insicurezza, ogni vostra ferita fisica o non fisica, e a dispetto della
disforia stessa. Credetemi, so che la disforia è un
disagio molto più profondo
dell’avere problemi estetici con il proprio corpo quando sei cissessuale, e non
la voglio sminuire, ma tutte e due le situazioni hanno in comune il non
sentirsi abbastanza validi da poter concretizzare le proprie pulsioni,
esprimersi attraverso il sesso ed essere così vicini a farsi sfiorare l’anima
da qualcun* che amiamo, o dal fare la stessa cosa a qualcun*.
Non posso negare che a seconda di ogni individuo il sesso
biologico di una persona e il suo aspetto fisico in generale possano
influenzare la sua decisione di andarci a letto oppure no, e dal momento che va
a toccare i valori di ogni persona, il suo vissuto e i suoi bisogni non mi
voglio addentrare a parlarne nello specifico. Ciò che conta è che finché siete da soli con le vostre fantasie
e i vostri desideri, non vi dimentichiate che oltre a chi desiderate o amate ci
siete anche voi.
Domandatevi sempre, quando siete soli con voi stessi e
per cercare di vivere bene la vostra sessualità disforia permettendo: Quali sono i miei desideri e i miei bisogni?
I primi possono entrare in conflitto con i secondi? Che ho fatto di male per credere
che i miei bisogni e i miei desideri siano meno importanti di quelli di
un’altra persona? È giusto colpevolizzarmi anche solo perché esisto, o è più produttivo
conoscere me stesso per dare a me stesso e ad eventuali partner qualcosa da
amare?
Perché anche se non esiste una strategia valida per
tutti quando dobbiamo superare i nostri blocchi, le nostre paure e i nostri
tabù, permettersi di conoscersi nel profondo, senza limiti, senza filtri, è
il primo passo per accettare noi stessi e far venire fuori ciò che siamo.
Tutte cose che quando vengono trasmigrate in un atto come il sesso con una
persona amata, sono fondamentali per essere felici e appagati.
Promemoria 2: Quando avete chiaro chi siete e cosa state cercando, viene il/la vostr* partner, in senso metaforico e si spera anche letterale. Abbiate presente che il/la vostr* partner ideale (ossia una persona che vi ama, vi capisce e vi rispetta) non farà nessuna di queste cose:
-
Accusarvi di mentire fingendo di essere
ciò che non siete perché siete ragazzi FtM, anche dopo che avete fatto coming
out, e credendo che essere persone transessuali sia inganno e disonestà a
prescindere;
-
Spingervi a ignorare i vostri limiti (che
ogni essere umano ha il sacrosanto diritto di avere) per dimostrare i
vostri sentimenti, o sennò “non siete in grado di darle tutto”;
-
Distruggervi l’autostima dicendovi che non
sarete mai abbastanza validi per nessun* e che dovreste solo ringraziare che vi
degni della sua attenzione;
-
Ingannarvi professando amore nei vostri
confronti quando tutto ciò che cerca è una scopata facile perché ha un fetish
per le persone transessuali, che vede come “strane creature che affascinano in
quanto cose mezze”, “esperimenti per capire il proprio orientamento sessuale“ o
“parentesi trasgressive da scaricare per qualcosa di più completo e
definitivo”;
-
Spingervi a dubitare della vostra identità
maschile perché non la accetta, ha bisogno di altro o prova repulsione per
essa;
-
Fare sempre paragoni tra voi e gli uomini
cissessuali sottolineando quanto voi siate inferiori o manchevoli (ad onor del
vero io non farei paragoni a prescindere, perché sono convinta che ogni
esperienza sia a sé stante, ma sorvoliamo);
-
Mettersi in mezzo per quanto riguarda la
vostra disforia credendo di saperla gestire meglio di voi.
E abbiate sempre dialogo con i/le vostr* partner, così
saprete esattamente che tutti e due meritate lo stesso trattamento, la stessa
pazienza e lo stesso rispetto.
Promemoria 3: Non vi accontentate di quello che trovate perché avete paura che non avrete di meglio.
È chiaro che non tutti i rapporti che vi ritroverete
ad allacciare sfoceranno in una relazione con mutuo rispetto e un sentimento
saldo da ambo i lati. Anche se non potete colpevolizzare una persona che vi
rifiuta per la vostra transessualità o per qualsiasi altra motivazione (lo
sottolineo, i sentimenti non si possono comprare o estorcere, e non si possono
accusare di superficialità gli altri solo perché non facciamo al caso loro/sono
confusi sulla propria sessualità/sono già in una relazione/ecc. ecc.), avete il
diritto di pretendere che quella persona vi parli di quello che è e quello
che cerca proprio come dovete fare voi. Avete il diritto di pretendere che
gli altri non facciano giochetti con voi e che le persone complete che siete
abbiano il sopravvento, quando si tratta di partner, sulla curiosità o sulla
repulsione per la vostra identità di genere.
Anzi, se la vogliamo mettere in questi termini, poter
ricevere un due di picche per la propria transessualità può rivelarsi un
vantaggio, come un filtro per quelli non interessati a vedere ciò che avete
dentro.
E quando non fate l’amore ma cercate solo un’avventura
per sperimentare (c’è chi lo fa), abbiate sempre presente che in qualsiasi
rapporto interpersonale, anche nel sesso, ci deve essere consenso, ci devono
essere precauzioni e non si devono calpestare i sentimenti di nessuno. Neppure
i vostri, se cercate qualcosa di più. Non
fate niente che non vi sentite di fare e non buttatevi in niente che non vi
interessi con l’idea che “tanto non avrete mai di meglio in questo mondo di
merda” o che “in fondo non ve lo meritate”, dal momento che invece ve lo
meritate, finché siete felici e non fate del male a nessuno.
E vi scrivo una verità sacrosanta per aiutarvi a fare
ancora più una distinzione: le persone che vi accettano così come siete,
transessualità inclusa nel pacchetto, sono meno rare di quello che sembra.
Se sentono il bisogno di sottolineare quanto siano brave perché vi sopportano o
perché sono delle rarità a cui non interessa se hanno un ragazzo FtM, o
sono profondamente insicure o non sono affatto delle brave persone, ma in ogni
caso hanno detto una cattiveria.
Non siete un peso che deve essere
sopportato. Siete delle persone, e tutte le persone hanno il
loro unico modo di essere passionali, sensuali e desiderabili. Anche quelle coi
piedi a papera e i calzini spaiati, per intenderci.
Promemoria 4: Un pene – assieme a un corpo maschile in piena regola – non è né sufficiente né necessario per un rapporto sessuale completo e appagante.
Fare l’amore è un concetto molto più ampio degli
organi sessuali, e molto più ampio anche della semplice penetrazione. So di
muovermi qui su un campo minato, perché un sacco di persone amano il classico
“Un, due, tre, pene!” o il classico “E’ grosso e non ci entra!”,
ma al di là delle preferenze personali, proprio come essere transessuali non vi
rende automaticamente inferiori ai cissessuali, essere vaginomuniti non vi
rende automaticamente meno in grado di soddisfare una donna rispetto ai
penemuniti. (Non mi addentro nello specifico nella realtà della transessualità
FtM rapportata al come soddisfare ragazzi gay, quello è un capitolo a parte).
L’esperienza mi ha insegnato che i ragazzi nati in un
corpo maschile (con i quali alcuni ragazzi FtM fanno paragoni volenti o
nolenti) hanno una pressione pazzesca da parte della società ad avere il
marchingegno sempre duro, sodo, ben oleato, che devono inseguire standard sulle
prestazioni impossibili (c’è ancora chi crede che se non viene spaccato al
secondo insieme alla compagna abbia dato una prestazione fallimentare!), e che
non hanno ancora ben chiaro quale sia il pene perfetto per quanto riguarda
circonferenza, forma e misure in generale. Ma se non ce l’hanno ben chiaro è
perché il pene perfetto non esiste. E
non esistono movimenti da imparare a memoria, mosse che funzionano in tutte le
occasioni, trucchi riutilizzabili con qualsiasi donna, perché gli esseri umani
non sono macchine, e concentrandovi su quello che avete e non avete vi perdete
la parte più bella e interessante: l’intimità.
Non avete idea di quante donne (sì, anche ragazze
etero) ho conosciuto che erano molto meno ossessionate dalle misure dei loro
uomini di quanto lo fossero i diretti interessati, e che trovavano molto più
gratificante la fantasia, la complicità, l’intuito e il dialogo con lui del
bello spettacolo che i suoi “addominali scolpiti” e la sua “turgida virilità”
potevano offrire.
E questo modo di pensare non si limita alle coppie
formate da una donna e un uomo. Per vivere bene il sesso in un mondo che
suggerisce che tutti, specie gli uomini in transizione, sono menomati a meno
che non corrispondano a determinati standard, cercate di stamparvi nel cervello
che ci sono persone che sono interessate
a voi perché siete voi. Ci sono
persone che in piena consapevolezza decidono di stare in coppia e imparare a
“fare il sugo” con gli elementi in dotazione nel proprio frigorifero invece di
guardare il frigorifero più fornito dei vicini. Ci sono persone che sono felici di fare l’amore con il loro partner FtM
non tanto perché sia un esperto di anatomia, Kamasutra e strapon ma perché
amano il modo in cui le tocca e le fa sentire.
Spesso nei discorsi su cosa sia una scopata memorabile
ci dimentichiamo che ciò che è imperfetto, umano e vulnerabile è la parte
migliore. Significa mostrarci nudi in maniera più profonda del fisico, e se
questo non è uno slancio d’amore, se questo non è un atto di consapevolezza
nella propria fiducia e fiducia nella propria consapevolezza allo stesso tempo,
ragazzi, non so davvero come altro classificarlo.
E spostandoci a discorsi più leggeri, mi è capitato di
scherzare con amiche sul fatto che un ragazzo FtM ha il “vantaggio” di disporre
di un arsenale di strapon per tutti i gusti e le occasioni, e rispetto a un
uomo cissessuale non c’è davvero il rischio di doversi accontentare di ciò che
Madre Natura gli ha messo tra le gambe!
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