Articolo di: Massimo Tiberio B.
Salve, voglio presentarmi: mi chiamo
Massimo Tiberio B., ho 31 anni e sono di Roma, se state
leggendo quest’articolo/lettera può darsi che vostr* figli* debba
dirvi una cosa importante per lui/lei, anche se alla fine di
quest’articolo è molto probabile che mi direte che sono la causa
dei SUOI problemi o che l’abbia portat* sulla cattiva
strada. Voi direte “con queste premesse cominciamo bene”…
tranquilli nulla di più semplice.
Mamma e Papà, vostro
figli* è Trans!
Ok, forse troppo diretto?!
Scusate, ma non amo i giri di parole…
Prima che cominciate a dire “Basta
non voglio leggere oltre” (perché la parola “transessuale”
fa tanta paura) fermatevi qui con me, magari potrei essere Adinolfi
che sotto pseudonimo vuole rassicurarvi su come sconfiggere la
temibile IDEOLOGIA GENDER.
Allora prendete un rosario in mano(quello con cui di solito si prega, lasciate stare il tubo del povero idraulico, signore) e mentre snocciolate i vari segreti di
Fatima leggete!
Anche io sono un ragazzo TRANSESSUALE
(quanto mi piace mettervi in imbarazzo…), come vostr* figli*, e ho
avuto lo stesso problema che ha adesso lei/lui con voi, “come lo
dico ai miei?”
Molti ragazzi si rivolgono a me e ad
altre associazioni per avere risposta a questa domanda, ma
sinceramente una risposta non c'è,
non esiste un modo standard per tutti quanti, perché non tutti i genitori sono uguali!
Mi sono messo molte volte nei panni dei
genitori che “scoprono” questa realtà, e capisco che un genitore
mette al mondo un figlio e vuole saperlo sano e felice, e sapere che
è transessuale va a minare tutto quello che di bello avete costruito
e forse sperato fosse la vita del vostro pargolo.
Quindi questa notizia vi cade addosso
come una doccia gelata, avete tutta la mia comprensione, ed è per
questo che tra una battuta e l'altra scrivo quest’articolo, appunto
per rendervi la cosa più comprensibile e aiutarvi (se ci riesco) a
non commettere errori di cui poi vi pentireste.
Non pensate che sia “solo una fase”;
il 90% delle volte vostr* figli* si è fatt* già le sue domande e
forse le sta già affrontando, sperare che passi fa solo illudere voi
stessi.
Se volete essere di aiuto concreto
seguite il suo percorso psicologico presso le strutture competenti,
ascoltate cosa ha da dire, e se le cose non vanno come volete non
date la colpa alla psicologa dicendo “lei per prendersi i soldi
ti fa credere quello che vuoi” -- e sì, mia madre ha esordito
così.
So che la realtà è dura da mandare
giù, ma “cacciare” di casa un figlio solo perché si sente
imprigionato nel corpo sbagliato, non è la scelta migliore che
possiate fare.
Molti transessuali che purtroppo
vengono abbandonati dai genitori si ritrovano ad affrontare problemi
più grandi di loro e non sempre riescono a farcela.
Fare un figlio significa anche amarlo,
lui/lei non ha smesso di amare voi e non lo farà mai, perché voi
dovreste essere da meno?!
Una speranza infine voglio darvela, non
tutti quelli che credono di essere transessuali alla fine si rivelano
tali (si può anche sbagliare nella vita) con l'inizio delle sedute
psicologiche capiscono che la transizione non è la loro strada, un
motivo in più per esserci!
Partecipate alla vita dei vostri figli,
non siatene solo spettatori, ma complici e amici.
Amateli!
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