EX Trans & Neo Uomini: Quando finisce la transizione?



Articolo di: Massimo Tiberio B.


Composto dalla contrazione di trans-( cioè "al di là,oltre")
e sessuale sul modello del francese transsexuel.

Vittoria Schisano
Apriamo quest articolo appunto con l'etimologia della parola Transessuale, ovviamente per chi si fosse sintonizzato solo ora.
La domanda che pochi si pongono è: “Cosa succede dopo?

Non esiste un traguardo unico per tutti, perchè le scelte sono molteplici.
Molti (per semplicità) pensano che la “Transizione” sia completata con l'intervento di riassegnazione sessuale (Vaginoplastica per le MtF e Falloplastica per gli FtM) ma come è stato spiegato in precedenti articoli, non tutti arrivano a questo ultimo intervento per diversi motivi che passano anche per la pericolosità del intervento (che per gli FtM è ancora si può dire “sperimentale”) altri semplicemente sono a proprio agio con il proprio organo genitale e quindi non sentono la necessità di privarsene.

Altri ancora si sentono completi anche solo con il cambio anagrafico, altri con la mastectomia.

Per quelle persone che “completano” la propria transizione il termine Transessuale non è più indicato, dato che sono giunti a destinazione quindi si usa il termine Ex Trans o Neo Donna/Uomo, per molti questi termini risultano nuovi, per altri li avranno sentiti appena dato che si usano molto di rado.

È qui che l'ambiente Trans si divide in due fazioni, quelli che affermano con orgoglio il proprio essere Transessuale e quindi anche a lavori finiti l'etichetta non si cambia e si è Trans a vita, altri invece sono del idea opposta, dicendo appunto che non ha senso chiamarsi trans quando la transizione è completata e quindi usano il termine Neo Uomini/Donne.

E nessuno dei 2 modi è sbagliato

Ultimamente ho sentito troppo discutere sui gruppi per la frase che ha detto VittoriaSchisano  in un intervista, alla domanda:  

Non hai paura, continuandone a parlare, di restare intrappolata nell’immagine della transessuale? 
ha risposto con: 
No, perché io non sono una transessuale e non mi ci sono neanche mai sentita! Sono una donna a tutti gli effetti. Non ho mai rinnegato il mio percorso di transizione, anzi mi sono fatta spesso portavoce di chi voce non aveva e se oggi ricevo lettere di genitori ed adolescenti che, grazie a me, hanno trovato supporto, aiuto e risposte, ne sono davvero felice. Continuerò a battermi per l’informazione e i diritti di tutti, ma anche dei miei e di coloro che vogliono tutelare la propria identità di genere e che vogliono essere riconosciuti per ciò che sono.  

(articolo completo qui: “Non chiamatemi Trans”

I commenti sono stati del tipo:

quando ti viene il ciclo fammelo sapere”

Cara Schisano mia pur quanto ti possa esser rifatta sei e rimarrai una trans, vaginoplastica effettuata o meno. Si nasce uomini e si nasce donne, dopo si decide di portare avanti un percorso, completarlo o meno, ma trans rimani!!”

Questi due commenti non sono presi da una pagina Ad(in)olfiniana ma da un gruppo Trans.

Per come la vedo io, Transessuale è un qualcosa in più, mi spiego meglio.

Io Massimo sono moro, basso, grasso, porto 40 di piede, peso 78kg e sono Transessuale.
Ma prima di tutto questo io sono una persona, un uomo di 31 anni (quasi 32).
e non voglio che la gente mi veda come “il Transessuale”.

Non sto dicendo che io sia un uomo nato e cresciuto tale, non mi spaccio per quello che non sono ma non sono SOLO questo!

Essendo attivista non mi posso permettere il lusso di pretendere che la gente mi veda semplicemente come “Massimo l'attivista” so che sarò sempre visto come “Massimo L'attivista Trans” che se usato al interno di un contesto mi va anche bene, ma nella vita di tutti i giorni bhè direi anche no.

Dato che sono in vena di confidenze vi racconto uno straccio di vita:
Qualche mese fa parlavo con delle persone e mi chiesero cosa facevo nella vita, una domanda a cui io personalmente vado nel pallone.
Potrei rispondere con:
  • Educatore d'infanzia
  • Disoccupato
  • Ricercatore di occupazione lavorativa a tempo indeterminato
  • Fotografo e artigiano a tempo perso
  • Attivista e/o per i diritti delle persone Trans

Ora mettetevi nei miei panni (tanto ci state larghi tranquilli) in contesti esterni al movimento “Arcobaleno” (termine che uso io perchè scrivere GLBTQIA+, mi mette una tristezza infinita), non ho problemi a dire appunto che sono un attivista per i diritti delle persone trans, ma quando si tratta di persone nuove esterne al mondo arcobaleno, sicuramente non gli vado a dire la stessa cosa.

  1. perchè il mio mondo, anche se attivista, non gira solo ed esclusivamente in quel senso, faccio anche tante altre belle cose.
  2. Non voglio che gente nuova venga a sapere subito cose per me molto intime e se dicessi appunto che sono attivista per le persone trans, il passo sarebbe breve e le persone che avrò conosciuto in quel momento vedranno no Massimo il ragazzo ma Massimo il trans, cioè è inevitabile.

Ripeto se non fosse chiaro, che IO personalmente non mi vergogno di quello che sono e quello che sono stato ma ho ben chiaro che non è l'unico segno che mi contradistingue e se non fossi un attivista ma semplicemente una persona che si fa la propria vita, alla fine del mio percorso molto probabilmente non userei più l'etichetta Trans ma Neo Uomo (e sempre nel contesto arcobaleno).

Tornado e cosi concludendo l'articolo, penso che ognuno debba rispettare le scelte degli altri e che non sta a nessuno di noi dire cosa è e cosa deve essere un altra persona, dove inizia e dove finisce un percorso.

-------------------------L'articolo potrebbe subire variazioni e correzioni future----------------------------


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