Come ci si sente ad essere bigotti (Traduzione)

Traduzione di: Silvia Selviero



"Carciofini, oggi ho per voi una traduzione dall'inglese, così la prossima volta che avrete a che fare con persone del genere saprete cavarvela. Vi abbraccio a distanza di sicurezza, e vi auguro una quarantena il più tollerabile possibile."



Anni fa, ero una persona molto diversa. Ho avuto un’educazione con un sacco di punti di vista che non erano esattamente… aperti di mente, e come risultato questi erano i miei valori. Tuttavia, le cose cominciarono a cambiare quando fui esposta ad altre persone e altri punti di vista. Ciononostante ricordo ancora in modo vivido come fosse vivere con quella mentalità. Ho anche notato che le persone che non ci sono passate non la riescono proprio a comprendere: la loro percezione di ciò che i bigotti pensano è spesso lontana miglia e miglia dalla realtà, il che porta solo a fare un casino maggiore in caso di dibattiti e discussioni. Perciò ho deciso di scrivere come fosse davvero, per aiutare chi non lo sa a capire ciò che pensano e provano i bigotti. Conoscere il tuo nemico e blablablabla.


1- Noi abbiamo paura dell’Altro.
Anche se ci siamo illusi di no. Ci preoccupiamo che Loro, l’Altro, distrugga il nostro modo di vivere. Non è che abbiamo per forza paura del cambiamento di per sé; è che crediamo che il nostro modo di vivere sia quello giusto e tutto il resto sia sbagliato e conduca a distruzione e disperazione. Temiamo che, se loro avessero quello che vogliono, loro si prenderebbero il dito con tutta la mano distruggendo ogni cosa a noi cara e per noi benefica. Abbiamo paura che possano irretire i nostri amici e le persone che amiamo portandole alla perdizione. Abbiamo paura che, se fossimo esposti a voi troppo a lungo, smetteremmo di vederci alcunché di sbagliato, e che se un solo pilastro del nostro codice etico collassa, l’intera cosa verrebbe a decadere e diventeremmo persone orribili destinate a distruzione e rovina.

2- A Noi spesso l’Altro fa pena.
Se siamo il genere di bigotti “carini”, potremmo vederli come traviati, anime sperse che si stanno illudendo o semplicemente non conoscono modo migliore di credere e agire. Crediamo che leggi repressive e politiche simili siano per la Loro (e decisamente la nostra) stessa protezione. Se vi molestiamo o attacchiamo, può anche darsi che non vi odiamo, ma che crediamo genuinamente che abbiate bisogno di essere salvati da voi stessi e dalle vostre “illusioni”.

3- A livello conscio o subconscio, siamo spesso convinti che l’Altro sia consapevole che ciò che fa sia sbagliato o distruttivo, oppure che si sia volontariamente fatto un lavaggio del cervello e l’abbia fatto anche gli altri.
Il nostro modo di pensare ci sembra così giusto e autoevidente che spesso non riusciamo proprio a concepire come si possa credere o si possano vedere le cose in maniera differente. Talvolta (come nel mio caso) è perché siamo stati protetti dagli altri punti di vista che non abbiamo davvero idea di cosa parlino e cosa abbraccino. Alcuni di noi hanno accesso a queste informazioni, ma sono così timorosi e paranoici (ma ricordate: noi non crediamo di essere timorosi e paranoici; crediamo di essere accorti e cauti) e/o sono così persuasi che le proprie idee e maniere siano corrette e/o hanno così paura di essere convertiti al lato oscuro che non permetteranno a se stessi di processare e digerire le informazioni in modo adeguato.
E allora iniziamo a dire a gran voce che siano Loro quelli chiusi di mente, e ci crediamo con tutto il cuore, perché non abbiamo idea di quanto non abbiamo idea.


4- Ci sentiamo attaccati dalla vostra stessa presenza.
Quando diciamo che ci stiate ingozzando dei vostri valori spingendoceli fin giù nella gola solo per aver reso nota la vostra esistenza, intendiamo veramente quello. Quello che fate ci sembra così sbagliato che il solo fatto di ammettere che esista ci fa sentire (secondo noi) tanto male quanto l’essere stati obbligati a farlo. Quando chiediamo “Come dovremmo spiegarlo ai nostri figli?” ciò che intendiamo è “Come possiamo spiegare che esistono persone che fanno cose così disgustose/orribili?”

5- Poiché non possiamo/non vogliamo imparare veramente chi sia l’Altro, ce ne usciamo con le nostre idee al riguardo. E sono errate. Ma ci crediamo perché non crederemmo a nessun altro.
Tutta la questione del credere che sotto sotto l’Altro sia consapevole che ciò che fa sia sbagliato è solo una delle molte spiegazioni che ci diamo da noi. Ci diciamo che Loro siano solo dei viziati prepotenti che vogliono fare le cose a modo loro anziché nel modo giusto. Ci convinciamo che Loro si lagnino e si lamentino soltanto perché non hanno (e probabilmente rifiutano di cercare) nulla di meglio con cui ammazzare il tempo. Ci diciamo che siano solo un manipolo di bambinetti immaturi incapaci di affrontare la realtà e i fatti e che perciò si fabbrichino da sé i “fatti” che calzano a pennello. E quando assumete un tono irato o iniziate a gridare, rafforzate soltanto la nostra convinzione che non siate altro che bambini lagnosi in preda ai capricci.
È ironico, ma ecco qui.

6- Quelli di noi che cambiano non cambiano di colpo.
Non importa quanto ben scritte e ben presentate siano le vostre dissertazioni, non ci convinceranno di primo acchito. Reagiremo, ci sentiremo affrontati, ci rifugeremo in ciò che conosciamo, potremmo persino attaccarvi o tentare di confutarvi – e sì, crediamo che quegli articoli pseudoscientifici che vi mandiamo siano piuttosto convincenti.
Ma non significa che nulla di quello che avete detto ci abbia toccato. A volte un paio di cose o due trascenderanno le nostre difese, ci spingeranno a riflettere. A volte ci vorrà un po’ prima che possiate accorgervi del cambiamento. Ecco una cosa da ricordare: molti di noi hanno avuto la bigottaggine instillata sin dalla nascita. Più antica è la programmazione mentale, più è dura da rimuovere.
Purtroppo c’è anche chi tra di noi non cambia mai. Ma altri, per fortuna, sì. È solo che a volte ci vuole un po’."

Fonte: http://springhole.net/other/how-it-feels-to-be-a-bigot.htm

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